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 "IL RE DEL MONDO"

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Sephira
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MessaggioTitolo: "IL RE DEL MONDO"   "IL RE DEL MONDO" Icon_minitimeMar Set 16, 2008 7:43 pm

Tratto dal libro : "Un viaggio nell'ignoto" di Giorgio Pastore

la Signora della Montagna (Lilith) creò l’uomo. Ella era solo un tecnico specializzato alle dipendenze di una specie di sovrano, un comandante, il più importante tra i dodici dei. Chi era questo capo? Chi ordinò a Lilith di creare una razza intelligente? Certo, per sapere esattamente come andarono le cose, dovremmo essere in possesso di una macchina del tempo per poter assistere di persona a quegli eventi. Così, ci accontenteremo di formulare delle ipotesi. Una potrebbe essere la seguente. Secondo le leggende, il simbolo del sovrano di Atlantide era il tridente. Simbolo marino, associato alla figura di Poseidone o Nettuno, il dio del mare. La leggenda dice che abitasse in uno splendido palazzo in mezzo al mare, usava spostarsi sopra un cocchio tirato da cavalli marini (o probabilmente delfini; questi sono i più intelligenti cetacei marini; la tradizione vuole che fossero stati creati proprio dagli atlantidi per assegnarli a lavori subacquei), e se col tridente batteva le onde, suscitava tempeste e terremoti. Forse il suo tridente era davvero un arma molto potente. La sua natura è duplice; benefica e malefica. Tra l’altro vi è un misterioso collegamento tra questi e l’Egitto, rappresentato da una scultura greca del II - I sec. a.C. conservata a Roma, nei Musei Vaticani, detta “Allegoria del Nilo”, in cui Nettuno è qui rappresentato sdraiato su un fianco e sovrastante una piccola Sfinge. Sul suo capo, possiamo notare chiaramente due piccole corna. A prima vista potrebbe sembrare un dettaglio irrilevante, ma non è così. Gli alieni sulla Terra, dipendevano da altri, forse in orbita su un’astronave o in comunicazione con questi da un altro pianeta
Nettuno era il massimo esponente sulla Terra e verrà associato al Dio più buono della Bibbia, mentre (probabilmente) Giove era il “Dio dei cieli”, associato al Dio terribile e vendicativo delle Scritture. Giove “gettò” Nettuno sulla Terra, col compito di governarla. A questo episodio si ricollega quello della “caduta” di Satana per opera del Signore. Lucifero (per questo Nettuno potrebbe essere raffigurato con le corna) ribellatosi, a causa dell’umiliante e degradante compito di regnare su un mondo allora noioso, spopolato, iniziò una guerra col Signore (residente nei cieli/nello spazio). Non dimentichiamo che inoltre il simbolo del tridente è comune ad entrambi. A Nettuno, in qualche modo d'altronde è associata anche la costellazione del Capricorno, l’animale cornuto con cui spesso viene identificato il diavolo (nei tarocchi, ad esempio, il diavolo ha sembianze femminili e, a posto della testa, il capo di un caprone). L’angelo caduto, in questo caso Nettuno, avrebbe regnato su Atlantide e Lilith, la Signora della Montagna, secondo certe versioni sarebbe stata addirittura la sua consorte (potrebbe essere questa l’unione sessuale sancita dalla carta del diavolo nei tarocchi, in cui il caprone ha anche corpo femminile). Nettuno, forse anche sotto approvazione del Dio dei cieli, Giove, creò l'uomo con l'aiuto di Lilith. L’umanità (Adamah, gli uomini e Evah, le donne), visse in una condizione di semi-schiavitù (ma pacifica) in quel “Paradiso terrestre” che era Atlantide, fino al giorno in cui, avendo pronosticato un imminente catastrofe, decise di “rubare” il “frutto della conoscenza” dall’albero del giardino dell’Eden (probabilmente la fornitissima biblioteca atlantidea, i cui numerosi argomenti espressi nei libri si ramificavano in diversi campi, proprio come i rami di un albero), divenendo così pari a Dio.
Oppure, se vogliamo seguire la versione descritta nella Bibbia, probabilmente fu lo stesso Satana (Nettuno) ad aprire gli occhi degli uomini, offrendo loro la fatidica mela (Forse a causa di contrasti col Re dei Cieli). Tale frutto, doveva essere per loro davvero un tesoro inestimabile. Esso avrebbe assicurato la continuazione di una civiltà intelligente sul pianeta. Ma l'acquisizione di questa cultura portò l'uomo alla consapevolezza di essere una razza sfruttata e per niente inferiore al Dio che l'aveva creato.
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MessaggioTitolo: Parte II°   "IL RE DEL MONDO" Icon_minitimeMar Set 16, 2008 7:45 pm

Ciò portò a rivolte (le guerre tra giganti e dei già accennate in precedenza), alle quali quindi parteciparono anche gli uomini, alleati dei giganti e sotto la guida di Nettuno. Nel 9.600 a.C., anno della distruzione di Atlantide (di cui, come già detto in precedenza, non conosciamo le esatte cause) e del grande Diluvio, il “Re del Mondo” (Nettuno), insieme agli uomini (che portavano con se il “frutto della conoscenza”, con la quale essi, così come i loro creatori, erano ora capaci di discernere il bene dal male, di capire cos’era più giusto e sbagliato), lasciarono l’isola per dirigersi verso le terre non colpite dalla catastrofe, le Americhe, l’Europa e l’Africa. Ora, questi uomini erano diventati come gli dei, loro creatori. Avevano assaggiato il frutto della conoscenza. Erano passati da una condizione di dipendenza ad una di parità. Era terminata un’altra era.
Ma non tutti gli uomini si misero contro il Dio dei cieli. Non tutti seguirono Nettuno. Uno di questi potrebbe essere stato Noè, che, rimanendo fedele a Dio, riuscì a salvarsi ed a salvare con sé gli animali, diciamo, venuti meglio. Costui, in seguito, avrebbe dato un continuo all'umanità, ma a quell'umanità voluta dal Signore, sottomessa e senza troppe pretese culturali. Un'umanità di superficie, contrapposta (come vedremo in seguito) a quella sotterranea, ostile al Re dei Cieli (Giove), consapevole di non essere inferiore a questi, memore di avere assaggiato il frutto della conoscenza e fedele al Re del Mondo (Nettuno/Lucifero).
Hitler, che si interessava di misteri, esoterismo e magia, sapeva molte più cose di quanto si possa pensare. Egli sapeva dell'esistenza del Re del Mondo, così come del Re dei Cieli e interpretava il tutto in chiave razzista. Per lui, i discendenti degli uomini fedeli al primo re erano gli ariani, biondi con gli occhi azzurri, diretti discendenti degli atlantidi, mentre i discendenti di coloro che invece erano rimasti fedeli al secondo re, erano gli ebrei. La battaglia di Hitler era una battaglia che aveva avuto inizio 12.000 anni prima e che egli voleva portare a termine sterminando l'ultima traccia rimasta sulla Terra di quel Dio terribile e alieno, gli ebrei, discendenti da uomini come Enoc e Noè.
E per chi ha dubbi sull’esistenza di Noè, posso dire che nel 1960, il maggiore dell’aviazione turca S. Kurtis, incaricato di fotografare le pendici del monte Ararat (5165 mt.), immortalò dal suo aereo un oggetto simile ad uno scafo di nave. Fatta d’assi di legno, l’imbarcazione si stimò (dalle fotografie effettuate) dovesse essere lunga circa 150 metri, larga ca. 50 mt. e alta ca. 6 mt., posta sulle pendici del monte ad una altezza di circa 2000 metri. Kurtis fotografò forse la mitica Arca di Noè? Da allora, nessuno riuscì più a trovare lo stesso luogo fotografato dal maggiore e ancor oggi non esistono prove certe dell’esistenza dell’Arca.Anche i Sumeri ci raccontano di un diluvio che interessò il globo in tempi remoti. Nell’epopea di Gilgamesh, infatti, ritroviamo Utnapishtim (l’equivalente sumero di Noè) che, avvertito dal dio Ea della prossima venuta di un diluvio, costruisce un arca per salvare se stesso, la sua famiglia e una coppia d’ogni animale esistente. Il Noè dei greci invece è Deucalione, e quello dei maya, Quetzalcoatl. Ogni popolo ha conosciuto un proprio leggendario diluvio; perfino i boliviani ed i sioux dell’America settentrionale. Ed ancora, Nu-u sarebbe il Noè hawaiano e Nu Wah, quello cinese. Nella Sierra Parima esisterebbe addirittura una città morta chiamata Ma-Noa, ovvero, “l’acqua di Noè”. Nella tradizione di ogni popolo è quindi presente la testimonianza di un grande cataclisma che sconvolse la Terra in tempi antichi; causa dell’estinzione di molte specie animali, dell’estinzione di giganti e mostri e di una grande rivoluzione geografica che cambiò drasticamente il volto del mondo.


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MessaggioTitolo: Parte III°   "IL RE DEL MONDO" Icon_minitimeMar Set 16, 2008 7:47 pm

Secondo molti popoli, come gli Aztechi, l’umanità era già perita e rinata per ben quattro volte dagli inizi dei tempi. Allo stesso modo la pensava Ovidio, che nelle sue “Metamorfosi”, descriveva queste quattro età:
-l’età dell’oro (dominata da Saturno, un eterno paradiso in cui regnava la pace, la giustizia e la modestia)
-l’età dell’argento (governata da Giove, in cui la primavera lasciava il posto all’alternarsi delle stagioni)
-l’età del bronzo (in cui l’uomo incominciò a conoscere le intemperie della vita)
-l'età del ferro (dominata da Marte e dalla guerra, in cui modestia e giustizia lasciarono questo mondo e l’uomo incominciò a combattersi.
Secondo la tradizione Indù, l’umanità è già perita tre volte. La nostra era, detta Kali Huga, sarebbe anch'essa la quarta, prossima a concludersi. Ma, non dobbiamo credere che un era debba per forza finire con la distruzione totale di una civiltà, come avvenne per Atlantide. Il passaggio da un era ad un'altra potrebbe anche essere segnato da un pacifico rinnovamento generale, magari portato da un miglioramento della vita o da un cambiamento planetario di rilevante importanza. Ad esempio, la fine del Kali Huga, dovrebbe coincidere con la fine generale delle guerre e l’inizio di un era di pace assoluta sulla Terra, in cui l’uomo dovrebbe poter vivere in piena armonia spirituale con la natura e l’universo; cosa che mi auguro anch’io possa davvero avvenire al più presto.
Troppe persone muoiono ingiustamente ogni giorno a causa delle guerre.Quindi, anche Nettuno abbandonò il “Paradesha” (paradiso terrestre) per costruirsi una nuova reggia altrove. Ma dove? Si potrebbe affermare quasi per certo che questi trovò dimora sicura in un luogo imprecisato nel sottosuolo, sotto le rocce del deserto del Gobi, a nord del Tibet. Sottoterra, nella crosta terrestre, lì, dove avrebbe potuto continuare incontrastato a governare il mondo, lontano dall’umanità, ormai divenuta pericolosa, guerrigliera, conquistatrice (e rimasta fedele al Re dei Cieli, suo antagonista). Ma anche lì, dove sarebbe stato costretto ad un'obbligata prigionia che, secondo la tradizione cristiana, sarebbe dovuta durare 10.000 anni. Ciò, ci è narrato nel libro dell'Apocalisse e nel, già incontrato, Libro di Enoc, dal quale vi evidenziamo i seguenti passi:
"Di lì andai verso il centro della terra e vidi un luogo benedetto dove si trovano piante con rami che continuano a vivere e a germogliare da un albero tagliato." [Enoc XXVI, 1].
"Allora chiesi: -A che serve questa terra benedetta, tutta piena di alberi, a che serve questa fossa maledetta? Mi rispose Uriel, uno degli angeli santi, che era presso di me, e mi disse: -Questa fossa maledetta è destinata a coloro che sono maledetti per l'eternità.- (…)" [Enoc XXVII, 1-2].
La fossa di cui si parla non è altro che un passaggio che conduce al sottosuolo, lì dove vennero relegati gli angeli decaduti, cioè quelli che presero le figlie degli uomini, dai quali poi discesero i giganti. La stessa dove discese il Signore degli inferi (Lucifero/Nettuno).
Enoc era un uomo visto di buon occhio da Dio, così come lo era stato Noè. Ad Enoc fu così permesso di "viaggiare" nell'atmosfera:"Io sollevai di nuovo i miei occhi al cielo e vidi in visione che dal cielo scesero esseri che assomigliavano a uomini bianchi; uno di loro venne fuori da quel luogo e tre erano insieme a lui. Quei tre che erano venuti per ultimi, mi presero per mano, mi portarono via dalla generazione della Terra e mi sollevarono in un alto luogo e mi indicarono una torre alta sulla terra, e tutte le colline erano più basse. [Enoc LXXXIII, 2-3].Entrambi quindi, Enoc e Noè, rimasero fedeli al Signore dei cieli (Dio/Giove). Certo, prima di essere puniti, questi angeli "ribelli", fedeli a Nettuno, riuscirono ad istruire parte dell'umanità, forse con la speranza di costituire un vasto esercito (formato da uomini e giganti) da contrapporre all'esercito nemico del Re dei Cieli e degli angeli a lui fedele. Sempre nel Libro di Enoc leggiamo:"Azazel insegnò agli uomini la fabbricazione di spade, armi, scudi, corazze e mostrò ad essi i metalli e la loro lavorazione, braccialetti, ornamenti, l'uso di truccare gli occhi e di abbellire le ciglia, le più preziose e rare di tutte le pietre, e ogni genere di tinta." [Enoc VIII, 1].
"Semjasa insegnò gli scongiuri e il taglio di radici, Armaros lo scioglimento degli scongiuri, Baraquel l'osservazione delle stelle, Kokabeel l'astrologia, Ezequeel l'osservazione delle nuvole, Arakiel i segni della Terra, Samsaveel i segni del Sole, Seriel i segni della Luna. E quando gli uomini giunsero, essi gridarono e la loro voce raggiunse il cielo." [Enoc VIII, 3-4].
Azazel, Semjasa e tutti gli altri, sono alcuni degli angeli che decisero di ribellarsi a Dio. Gli stessi che poi avrebbero seguito Lucifero nel mondo sotterraneo degli inferi, in parte per loro scelta personale, in parte come punizione divina. Furono questi esseri alieni a permettere all'umanità di passare da uno stadio selvaggio alla successiva età del ferro.
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MessaggioTitolo: Parte IV°   "IL RE DEL MONDO" Icon_minitimeMar Set 16, 2008 7:49 pm

Ormai l'umanità era corrotta. Era l'età del ferro, delle guerre e del dolore. Lì, Nettuno, si costruì un grande regno, costituito da numerosissime gallerie sotterranee, estese per tutta l’Asia e forse oltre, un grande regno chiamato, secondo la tradizione orientale, Agarthi. La capitale di questo nuovo mondo sotterraneo, chiamata Shamballa, si troverebbe sotto il Gobi, e lì, regnerebbe ancor oggi il Re del Mondo. In effetti, se ci facciamo caso, la tradizione cristiana vede il diavolo risiedere nel sottosuolo, all’inferno, in un mondo sotterraneo. Alla luce delle precedenti osservazioni, ci viene spontaneo associare Satana a Nettuno (tra l’altro è comune ad entrambi il simbolo del tridente, o forcone) e quest’ultimo al Re del Mondo. Se tutto questo fosse vero, inevitabilmente, noi saremmo stati creati da Lucifero e non da Dio, ma non dal diavolo che da sempre ci ha mostrato la chiesa, terribile e malefico, ma da un essere alieno (e con sentimenti umani), che si ribellò alla pretesa di egemonia sulla Terra da parte di un altro essere alieno che probabilmente, lo abbandonò (o esiliò), per sempre qui, insieme ai suoi figli, ai quali donò la “luce della conoscenza” (da qui deriverebbe il nome Lucifero: “portatore di luce”. Lì "illuminò"). A supporto di questa teoria ci sarebbero certi eventi inerenti un ordine cavalleresco sorto nel 1118 col compito di proteggere la moschea di Omar a Gerusalemme, quello dei Templari.
Questi cavalieri in breve tempo riuscirono ad accumulare un favoloso tesoro (mai ritrovato), grande quanto il loro prestigio. Col passare degli anni così, l’ordine del tempio, originariamente basato su un principio di povertà assoluta, perse di credibilità e venne attaccato dalla stessa Chiesa di Roma che l’aveva creato. Inoltre, a tale tesoro era anche interessato il re di Francia, Filippo IV il Bello. Fu proprio per volere suo che l’ordine venne sciolto nel 1314. Lo stesso anno, l’ultimo Gran Maestro, Giacomo di Molay, morì bruciato nella piazza davanti alla cattedrale di Notre Dame e, con lui, svanì ogni possibilità di ritrovare quel fantomatico tesoro ed ogni possibilità di risolvere il loro mistero. Ma il tesoro dei templari doveva essere soltanto un pretesto. I Templari vennero eliminati perché sapevano "troppo" ed erano scomodi alla chiesa. La chiesa si dev'essere servita del re di Francia per il suo scopo, promettendogli un fantastico tesoro in realtà inesistente.
Cosa appresero i Templari in Oriente che permise loro di arricchirsi, tanto da poter sponsorizzare la costruzione delle numerose cattedrali francesi? Ma, arriviamo al punto. Gli ultimi esponenti, interrogati dall’inquisizione prima del 1314, confessarono alla Chiesa di adorare il Bafometto, un idolo a forma di diavolo. Perché un ordine cristiano doveva adorare tale figura? Che i Templari sapessero più di quanto immaginiamo?
Le cattedrali stesse potrebbero rivelarci un giorno molto più di quanto pensiamo. Esse sono un concentrato di simboli templari, alcuni ancora da decifrare, dal significato oscuro. Gli stessi Gargoil, seduti accanto alle guglie di Notre Dame, sono una rappresentazione del Bafometto. Qual era il segreto dei templari espresso in questo simbolismo? Probabilmente questi erano venuti a contatto con persone (di cui ignoriamo l’identità) che sapevano riguardo la leggenda del Re del Mondo (o Nettuno, o Lucifero), colui che decide il destino degli uomini. Il re del Mondo, di fatti, si dice possa decidere del destino degli uomini. Egli scrive la storia ogni qual volta entra (telepaticamente) nel pensiero dei grandi, condottieri, presidenti, re, papi etc. costringendoli a loro insaputa a realizzare il suo volere. Quando egli parla, tutto sulla Terra si quieta. Gli uccelli smettono per qualche attimo di cantare e il vento cessa di soffiare. Questo, perché potente è la sua parola. Essa racchiude in sé il destino del mondo intero. I Re Magi potrebbero essere stati suoi rappresentanti alla nascita di Cristo e il mongolo Gengis Khan asseriva di avere ricevuto da lui un anello in segno d'amicizia.

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MessaggioTitolo: Parte V°   "IL RE DEL MONDO" Icon_minitimeMar Set 16, 2008 7:50 pm

Nel medioevo, la sua figura fu associata a quella di un altro sovrano misterioso, il Prete Gianni. Molti sovrani occidentali, come Manuele Comneno, l’imperatore bizantino, cercarono di comunicare con lui tramite lettere, che probabilmente non arrivarono mai a destinazione. In quei tempi, circolavano voci riguardanti un favoloso regno, molto esteso, situato in Asia o forse in Etiopia, governato da un grande sovrano, il Prete Gianni, il quale comandava un esercito come mai se n’era visto uno. Molti imperatori occidentali l’avrebbero voluto al loro fianco contro i loro nemici, ma mai nessuno riuscì ad incontrarlo o a sapere con certezza se fosse un personaggio reale o immaginario. Molti altri, invece, erano spinti in questa ricerca, solo dal desiderio di mettere le mani sulle numerose ricchezze associate a quel regno, dall’oro in gran quantità all’acqua che sgorgava dalla fontana dell’eterna giovinezza, lì presente.
Le leggende relative ad Agarthi o al regno del Prete Gianni, avrebbero interessato avventurieri ed esploratori fino ai giorni nostri. Perfino Hitler, il leader nazista protagonista della seconda guerra mondiale, rimase affascinato dalla leggenda del Re del Mondo e tentò di trovare il suo regno mandando quattro spedizioni in Asia, di cui solo una riuscì ad ottenere un relativo successo. Questa mandò un comunicato al Fuhrer, in cui si menzionava il loro ritrovamento di una serie di gallerie che, secondo loro, dovevano condurre al cuore di Agarthi, ma sfortunatamente (e misteriosamente), quest’ultima spedizione scomparve nel nulla senza lasciare traccia. A tal riguardo, c’è da dire che, secondo certe testimonianze, chi entra ad Agarthi non ne esce più. Questo, perché gli abitanti del sottosuolo non amano visite, ma soprattutto non amano che poi qualcuno possa risalire in superficie e riferire ciò che ha visto ad altre persone. Coloro i quali hanno avuto la fortuna di ritornare in questo mondo (e si possono contare con le dita), hanno avuto la lingua mozzata o non riescono più a ragionare chiaramente, tant’è che vengono presi per pazzi. Le loro descrizioni di quel mondo sono così inverosimili che non vengono creduti. Tutto ciò, perché lì sono custoditi segreti inaccessibili per gli uomini comuni. Solo chi è "chiamato” può recarsi ad Agarthi. Con questa, potremmo identificare anche l’Oltretomba della mitologia greca. Secondo il mito, Persefone, figlia di Demetra, venne rapita da Ade, il dio dell’Oltretomba e trascinata nel regno dei morti sottoterra.
Zeus intervenne, ma fu inutile: la fanciulla non poté più essere liberata, perché, secondo una delle leggi fondamentali dell’ “Aldilà”, nessuno può ritornare sulla Terra, in superficie, dopo aver visitato il mondo sotterraneo. Alla fine, comunque, Zeus riuscì ad accordarsi con Ade, e Persefone fu libera di ritornare in superficie, ma solo per otto mesi all’anno. La tradizione cristiana vuole il paradiso collocato in "alto" e gli inferi in "basso". In effetti tale visione ricalca i fatti intravisti fin'ora. Il paradiso era in alto, su quel monte dove la Signora della Montagna creò l'uomo, sull'isola di Atlantidi, lo stesso che cercarono di scalare i giganti e lo stesso dal quale Dio/Giove ritornò sul suo pianeta dopo aver abbandonato qui Lucifero/Nettuno. Mentre l'inferno è posto in basso, perché è lì che secondo la tradizione ha trovato dimora il Re del Mondo/Nettuno, nel sottosuolo. Secondo certe leggende, lì dimorerebbero uomini dalla pelle chiara, diretti discendenti di Atlantide, coloro che decisero di non abbandonare il Re del Mondo. Questi sarebbero ancora in possesso di grandi poteri (gli stessi che l’uomo moderno ormai ha perso), tra cui quello inerente a quell’energia chiamata Vril. Essi, per la condizione favorevole in cui si troverebbero, grazie all’amicizia con il Re (alieno) del Mondo, avrebbero accesso ad un’alta tecnologia che permetterebbe loro di volare, muoversi rapidamente, leggere nel pensiero della gente e conoscere i misteri dell’universo. C’è chi crede che, qualche volta, escano dal loro mondo sotterraneo per visitare l’umanità in superficie per mezzo di navicelle, le stesse che noi siamo abituati a chiamare U.F.O., ma non si conosce chiaramente lo scopo. Forse per eseguire controlli, per rifornirsi o raccogliere materiali. La stessa energia psichica Vril permetterebbe loro di governare questi loro dischi volanti. In effetti, in molti casi, gli alieni intravisti in certi incontri ravvicinati hanno la pelle bianchissima, la stessa che si avrebbe se si stesse per molto tempo al riparo dal sole, nell'oscurità, magari sottoterra.
Gli ingressi alle gallerie che portano ad Agarthi, sono occultati in luoghi strategici e isolati per impedirne l’accesso ai curiosi. Ce ne sarebbero molti nascosti sotto le acque degli oceani, dei laghi, o tra i pendii in alta montagna. Ve ne sarebbero alcuni in Brasile, nella fitta foresta che circonda il Rio delle Amazzoni (le cui entrate sarebbero protette da indios dagli atteggiamenti tutt’altro che amichevoli), o in Siberia, nel deserto del Gobi. Addirittura, vi sarebbe un’entrata, ancora inviolata, a pochi metri di profondità, tra le gambe della Sfinge, in Egitto. Il collegamento tra questo paese e Atlantide sarebbe provato anche da alcune prove concrete, quali, ad esempio, il fatto che tredici geroglifici egiziani siano simili per forma e significato a tredici geroglifici Maya ed il fatto che vi siano raffigurati degli elefanti sulle antiche rocce del centro America, animali sconosciuti da quelle parti. Atlantide potrebbe essere stato il collegamento tra questi due grandi imperi. Inoltre, impressionante è la somiglianza tra certi aspetti della religione egizia e quella delle popolazioni americane. Garcilaso, figlio di un conquistatore spagnolo e di una indios americana, agli inizi del ‘500 si trasferì in Spagna e costituì una fornita biblioteca. Scrisse i seguito dei trattati in cui rivalutava la religione degli Incas, accostandola anche al neoplatonismo degli europei. Sottolineò il fatto che, così come le antiche popolazioni del mediterraneo, gli incas adorassero il disco solare. Ma, questa non è l’unica analogia. E’ noto, ad esempio, che la pratica della mummificazione era propria degli egizi così come degli Aztechi, o dei Maya. Inoltre, se guardiamo l’architettura di questi popoli, notiamo come fosse diffusa la forma piramidale nel passato sia dell’America che dell’Egitto. Si tratta solo di coincidenze? No, Atlantide sopravvisse ancora, per secoli e secoli, nella cultura di queste popolazioni ell’antichità, e oltre.
Più di una volta, il propagarsi di questa cultura fu ostacolata da guerre, distruzione, ignoranza della gente, inquisizione, ma sempre riuscì a sopravvivere, per opera di uomini unici, sette segrete, che dovettero lavorare in clandestinità ed a volte pagarono con la vita il prezzo della loro sete di conoscenza, coscienti della vitale importanza di non dimenticare, di non affidare all’oblio ciò che rimaneva di una civiltà che un tempo dominò il mondo. Da questa e dagli errori che commise, l’uomo moderno dovrebbe imparare. Questo è lo scopo del sapere perduto di Atlantide. Solo quando l’uomo avrà la piena conoscenza, riuscirà a comprendere il vero senso della sua vita e ad evitare che un’altra guerra cancelli per sempre un’altra civiltà, che tanto ha dovuto lottare per nascere e che molto ha ancora da imparare.

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