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| | Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo | |
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Sephira Admin
Numero di messaggi : 138 Data d'iscrizione : 25.05.08
| Titolo: Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo Gio Set 18, 2008 8:31 pm | |
| L'alchimia nasce come pratica "protoscientifica" che combina in essa principi tecnico/scientifico, quale fisica, chimica, metallurgica e medicina e principi umanistici/esoterici quali l'astrologia, l'arte, la religione e la semiotica (dal greco σημεῖον semeion= discipilina che studia i segni). Il più grande scopo in cui potesse cimentarsi un alchimista è la trasmutazione dei metalli, la più ambita trasmutazione era quella in oro e in argento; ma oltre i metalli l'alchimia cercava di toccare altri rami, come ad esempio quello medico con la costante ricerca e studio di una panacea universale ,medicina capace di curare ogni sorta di male tramite l'ausilio di erbe e di prolungare all'inverosimile la vita umana stessa fino a poter raggiungere la soglia dell'eternità ( nella mitos greca Πανάκεια "Panacheia" era appunto, una figura mitologica che rappresentava il benessere fisico). Per giungere a così alti scopi l'alchimista aveva bisogno della "Pietra Filosofale", da quanto sappiamo l'aspetto di questa pietra era etereo , quindi aveva una forma, ma nessuno sa bene quale stato avesse (polvere, liquido o solido proprio per il nome pietra), inoltre la Pietra filosofale, aveva anche il potere di donare la conoscenza assoluta a chi ne entrasse in possesso, perchè in essa sono racchiusi tutti i principi dell'alchimia. Da altri canti, si dice che la pietra filosofale, non ha natività naturali, ma che essa viene creata da un alchimista molto abile. Per quello che sappiamo, gli alchimisti, ci hanno lasciato poche informazioni , riguardo a questa famigerata pietra, alcuni sostengono che sia rarissima da ritrovare, altri ancora che essa è identica a tutte le pietre che calpestiamo sulla Terra, altri ancora affermano che essa può essere solo creata con l'ausilio di numerose vite umane, ciò spiegherebbe anche perchè l'uso della Pietra Filosofale, annullerebbe la regola basilare dell'alchimia "lo scambio equivalente" (per trasmutare qualcosa in qualco'altro si deve dare in cambio qualcosa che abbia il medesimo valore). Alcuni simboli alchemici:
Alla base delle trasmutazioni c'è il cerchio alchemico, in esso vi sono racchiuse varie simbologie che vanno da quella astronomica/astrologica a quella fisica/metafisica. La base fondamentale del cerchio alchemico è la forza del cerchio alchemico stesso; il cerchio rappresenta la circolazione dell'energia, tracciandovi dentro delle formule o simboli annessi all'elemento da utilizzare, si può sfruttare quest'energia. Imparando bene a controllare le leggi di questo flusso, è possibile utilizzarlo in svariate situazioni:Per esempio l'oro e l'argento acquisiscono nell'iconografia alchemica i tratti simbolici del Sole e della Luna, questo perchè venivano associati ad ognuno dei 7 corpi celesti determinati metalli (Sole=oro; Luna=argento; Mercurio=mercurio; Venere=rame; Marte=ferro; Giove=stagno; Saturno=piombo) Tramite un cerchio alchemico l'Alchimista può incanalare la propria energia al suo interno ed in base ai simboli tracciati, stabilire cosa vuole creare e in che maniera. Esistono diversi tipi di cerchi alchemici, dai più semplici per effetti immediati ai più complessi dai procedimenti complessi, lunghi e talvolta devastanti. In base all'esperienza, l'Alchimista conoscitore di basi e tecniche, può sviluppare cerchi alchemici personali. Oltre i simboli astronomici, troviamo anche simboli che rappresentano anmali,infatti nelle illustrazioni dei trattati medievali e di epoca rinascimentale compaiono spesso figure animali e fantastiche. I tre principali stadi attraverso i quali la materia si trasformava, la nigredo, l'albedo e la rubedo erano rispettivamente simboleggiati dal corvo, dal cigno e dalla fenice. Quest'ultima, per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri, incarna il principio del "nulla si crea e nulla si distrugge", tema centrale della speculazione alchimistica. Inoltre, era sempre la fenice a deporre l'uovo cosmico, che a sua volta raffigurava il contenitore in cui era posta la sostanza da trasformare. Anche il serpente Ouroboros, che si mangia la coda, ricorre spesso nelle raffigurazioni delle opere alchemiche, in quanto simbolo della ciclicità del tempo e del "Uno il Tutto" ("En to Pan").
*Ouroboros, oroborus, uroboros o uroborus:
Dal greco "ουροβóρος" (colui che si divora la coda) è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo Gnosticismo e all'Ermetismo. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è rappresentato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro. Pare che il simbolo si ispiri alla forma della Via Lattea, dal momento che in alcuni antichi testi era considerata un enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la Terra. Le prime tracce dell'ouroboros risalgono alla civiltà egizia del 1600 a.C. Successivamente lo ritroviamo tra i Fenici, quindi presso i Greci, dove ha assunto tale nome. Nella mitologia nordica, quest'immagine prende il nome di Jormungandr, il secondo dei tre figli del dio Loki e della gigantessa Angrboda. Egli è il cosiddetto "serpente del mondo" o "serpente di Midgard", una creatura gettata alla nascita nel grande oceano che circonda Midgard (il nome della "Terra" secondo questa mitologia), e cresciuta talmente tanto da essere riuscita ad avvolgere il mondo e a mordersi la sua stessa coda. Presso gli indù, lo si trova sotto forma di drago che sorregge i quattro elefanti che trasportano il mondo sul loro dorso. Si trovano illustrazioni del drago che si morde la coda anche in Giappone (dove il drago e il serpente appartengono alla stessa "famiglia"), in sud america e in particolare presso gli Atzechi, dove assume il nome di Quetzacoatl, il serpente piumato. A loro volta, gli Atzechi avevano mutuato questa raffigurazione dal pantheon della civiltà tolteca. Presso gli gnostici, Ouroboros è diventato il simbolo esoterico per eccellenza. È l'unità, l'immagine dell'eternità. dell'evoluzione, dell'anima del mondo. È anche il simbolo dell'iniziato in società segrete. Si può vedere un riferimento al ciclo delle reincarnazioni. L'Ouroboros è anche rappresentato nel simbolo della società teosofica. Il testo in inglese può essere tradotto come: "non c'è nessuna religione più alta (superiore) della verità". E' interessante notare, come anche il reggimento del carnaro (dell'Italia fascista) avesse sulla sua bandiera un ouroboros. Ma torniamo al nostro interesse principale dopo questi cenni storici!
Nell'alchimia, l'ouroboros è un simbolo di purificazione e di rinascita, o meglio, di immortalità. E' l'icona della materia che, rigenerandosi, si trasforma. Lo psicologo svizzero Carl Jung, ha descritto questo simbolo come il Mandala dell'alchimia (ossia il principio rappresentativo fondamentale). In uno dei suoi libri, un membro della Rosacroce (un ordine segreto del '400) effettua un parallelo tra la mitologia greca e l'Ouroboros. Il mito greco, infatti, ci racconta che Crono (il titano padre di tutti gli dei, e quindi anche di Zeus) divorava i suoi figli per paura che usurpassero il suo trono, mano a mano che Rea (sua moglie e sorella) li partoriva.
Fu Rea stessa a spezzare questo ciclo: alla nascita di Zeus, ella recapitò al marito una pietra (Abadir o Baetylus) avvolta in fasce, salvando quindi il piccolo, che una volta cresciuto tornò e sconfisse il padre. Quest'atto farebbe di Crono una specie di ouroboros, addentrato in un processo di morte/rinascita, e l'autore del parallelismo si chiede allora se la pietra non sia stata il prototipo del santo Graal (che fu descritto solo successivamente come un calice) o addirittura della pietra filosofale, che detiene il potere di aprire e richiudere l'Ouroboros, di andare contro le leggi stesse dell'alchimia. All'oroborus è legata strettamente un altra figura, quella dell'Homuncolus, esperimento di trasmutazione umana esercitata da alchimisti, che avevano raggiunto il loro culmine cognittivo.
*L'Homunculus: il mito degli Homunculus, ossia della creazione di un essere umano tramite formule magiche, è strettamente legato all'alchimia. Sono presenti nella mitologia diversi metodi per crearne uno: la radice di mandracola, che all'estrazione dovrebbe avere una forma umanoide, se nutrita di sangue e latte diventerebbe un essere umano in miniatura dotato di grande intelletto, destinato a servire il mago o l'alchimista che l'ha creato.
Secondo la tradizione un altro metodo per creare un Homunculus ci è stato lasciato da Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim, medico svizzero (1493-1514) detto in seguito Paracelso. Secondo lui il seme di un uomo, imputridito per 40 giorni in un alambicco al calore del ventre equino, creava un bambino in miniatura privo di corpo materiale (in pratica era trasparente), che doveva essere nutrito di sangue per 40 settimane. Questo Homunculus così creato poteva poi essere istruito e allevato come un normale bambino. In ogni caso gli Homunculus sono considerati esseri artificiali con mansioni di custode o di lavoratore a costo zero. Possiamo paragonarli a zombie, o alla più nota figura gotica di Frankestein, o semplicementi definirli automi, visto è coinsiderato, che nonostante i caratteri fisici umani, essi erano solo vuoti continitori, ossia esseri non dotati di anima!
Ma chi era Paracelso? *Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541) è stato un alchimista, astrologo e medico svizzero E' una delle figure più rappresentative del Rinascimento. Si laureò all'Università di Ferrara, più o meno negli stessi anni in cui si laureò Copernico. Amava farsi chiamare Paracelso a indicare che lui era qualcosa di più di Aulo Cornelio Celso, romano naturalista e esperto in arti mediche vissuto nella prima metà del I secolo. Può essere considerato il primo erborista e farmacista della storia poiché diresse la sua ricerca (oltre ai normali campi di ricerca degli alchimisti) verso delle sostanze prodotte o ricavate dalle piante in grado di curare le malattie dell'uomo. Paracelso, fece bruciare pubblicamente dai suoi studenti i testi di Galeno ed Avicenna, bollandoli come ignoranti in materia medica. Nella prima metà del XVI secolo sostenne infatti: "come infatti attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, lo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza, l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio."
[Fonte wikipedia] Sephira | |
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| Titolo: Re: Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo Sab Gen 03, 2009 9:35 pm | |
| Tengo a precisare che non è un copia/incolla,ma il frutto di ricerche nei miei libri preferiti che fanno parte della mia biblioteca personale.
Riporto una frase di Cornelio Agrippa,presa di "Filosofia Occulta": Solo per voi, figli della dottrina e della sapienza, abbiamo scritto quest’opera. Scrutate il libro, raccoglietevi quella intenzione che abbiamo dispersa e collocata in più luoghi; ciò che abbiamo occultato in un luogo, l’abbiamo manifestato in un altro, affinché possa essere compreso dalla vostra saggezza. Noi non abbiamo scritto che per voi, che avete lo spirito puro e atto a condurre un ordine retto di vita, la cui mente è casta e pudica, di cui la fede illibata teme e riverisce Iddio, le mani sono monde di peccati e di delitti, i costumi integri. Voi soli troverete la dottrina che noi abbiamo riservato solo a voi; gli arcani velati dai numerosi enigmi che non possono essere resi trasparenti senza l’intelligenza occulta. Se voi conseguirete questa intelligenza, allora l’intera scienza dell’inespugnabile disciplina magica penetrerà in voi e in voi si manifesteranno quelle virtù già acquisite da Ermete, da Zoroastro, da Apollonio, e dagli altri operatori di cose meravigliose. | |
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| Titolo: Re: Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo Sab Gen 03, 2009 9:55 pm | |
| Riporto anche una frase di uno dei più celebri ed enigmatici alchimisti:FULCANELLI.
"Diffidate,dunque,di lasciar spazio nelle vostre osservazioni,a ciò che credete di conoscere,poichè sarete portati a constatare che sarebbe stato meglio non aver imparato nulla,piuttosto che essere costretti a disimparare tutto" | |
| | | TESEO Admin
Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo Sab Apr 09, 2011 9:49 pm | |
| In questo forum che ha appena 41 iscritti è difficile credere che questo post abbia raggiunto tremilaquarantacinque visite,eppure è cosi! Si vede che molti visitatori pur trovando interessanti gli argomenti trattati,non sono decisi ad iscriversi. Comunque per noi è già una soddisfazione e va bene cosi.Peraltro l'invito ad iscriversi ed a mettere argomenti è sempre valido. | |
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| Titolo: Re: Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo | |
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| | | | Panoramica sull'Alchimia:discorso introduttivo | |
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