THE KNIGHTS Forum di Esoterismo,Religioni,Civiltà Antiche,Psicologia,Parapsicologia,Cultura sui Cavalieri della Tavola Rotonda |
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| RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' | |
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TESEO Admin
Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Lun Set 22, 2008 11:41 pm | |
| Re Artu':il mito e la leggenda dell'eroe più grande del mondo. E' realmente esistito? Quali sono le fonti storiche più attendibili? Dal mito e dalla leggenda cercheremo di ricostruire la vera storia di re Artù. PROSSIMAMENTE SU KNIGHTS...
Ultima modifica di TESEO il Mar Set 23, 2008 1:57 pm - modificato 2 volte. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 12:05 am | |
| PROLOGO PARLA MORGANA: Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi.. sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. Ma credo che saranno ì cristiani a narrare l'ultima storia. Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l'avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell'umanità?
E ora che il mondo è cambiato e Artù, mio fratello e amante, che fu re e che sarà re, giace morto (e la gente comune lo dice addormentato) nell'Isola Sacra di Avalon, la storia dev'essere narrata com'era prima che i preti del Cristo Bianco venissero a costellarla di santi e leggende.
Il mondo è mutato. Un tempo un viaggiatore, se aveva la volontà e conosceva qualche segreto, poteva avventurarsi con la barca nel Mare dell'Estate e giungere non già a Glastonbury dei monaci, ma all'Isola Sacra di Avalon; allora le porte tra i mondi fluttuavano con la nebbia e si aprivano al volere dei viaggiatore. Perché questo è il grande segreto, noto a tutti gli uomini colti del nostro tempo: con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 12:56 pm | |
| Nella leggenda di Re Artù si trovano tre segni particolarmente complessi che sono la chiave di lettura: si tratta di Excalibur, del Graal e di Merlino, in genere assunti come concreti. Excalibur. Il medioevo pullula letteralmente di spade dai poteri magici e tutte sono creazione di magia. Ma la sola excalibur è connessa alla terra e all’acqua. Si ritiene che fosse stata ricavata dalla punta della lancia con la quale il centurione Longino trafisse il costato di Cristo. In quanto tale viene associata, in Germania, alla Heilinge Lance conservata nel Kunstistorische museum di Vienna. Questa infatti corrisponde al simbolo della spada che associa alla stessa alla croce. Ma esso è valido unicamente per l’unione del simbolo della spada all’icona del Graal. Cronologicamente excalibur è il simbolo più recente. Thomas Mallory vuole che essa sia stata forgiata da Merlino e da questi sarebbe stata portata, dopo la morte di Artù, ad Avalon. Per l’anonimo autore de “La mort d’Arthur”, sarebbe invece stata gettata da Parsifal nel lago e restituita alla signora del Lago. Nella versione celtica era l’equivalente di una lancia. Per i Celti infatti la lancia era quella del dio Lugh, che ha donato agli uomini. Tale identificazione subì un’altra trasformazione quando, sotto l’influsso della mitologia germanica, si confuse con la lancia di Odhinn, sulla quale sono incise le rune del fato. Per entrarne in possesso, Odhinn restò impiccato per sette giorni e sette notti con la perdita di un occhio. Tradizioni esoteriche più tarde vogliono che excalibur sia stata custodita da una setta esoterica detta dei “fratelli iniziati” (forse i Rosa Croce). La setta avrebbe lasciato tre indizi in forma di croce a Glanstonburi, nel duomo di Modena e in quello di Otranto; su tutte le croci compare la scritta “Hic iAcet Arturius rex in insulA Avalonia”; la combinazione di tali croci darebbe luogo ad un acrostico in cui le A sembrano individuare il circolo dei megaliti de Stonehenge. La leggendo della spada nella roccia appartiene ai costumi dei cavalieri Unni e Sarmati che avevano avuto contatti con il mondo occidentale avendo fornito truppe ausiliarie ai romani. Da qui la leggenda sarebbe passata in Bretagna. Entrambi i popoli solevano infliggere la spada nel terreno per metterla in comunicazione diretta con le correnti di forze della Grande Madre. La spada si caricava di magia, modificava la sua struttura, diventava magica e rendeva invincibile chi l’impugnasse. La caratteristica di excalibur era quella di essere la Spada dei Re, che rendeva invincibile anche se non invulnerabile (era la guaina che tutelava il re dalle perdite di sangue). L’estrazione della spada dalla roccia era esso stesso un atto magico e la capacità di compierlo individuava la persona del re come capo carismatico. I doni che gli dei Tuata de Dannan che, oltre alla lancia di Lug, comprendevano la pietra di Fal. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:00 pm | |
| Merlino. L’onnipresenza di Merlino (in latino Mrtfimus): Myr-Ddyn il druido è il simbolo della natura, della sua forza resa visibilmente tangibile dalla spada e dalla roccia. Eli è l’alito del drago e il drago rappresenta la linfa che scorre nelle vene della Grande Madre, perciò Merlino è la terra. Merlino rappresenta il vecchio mondo, quello che si identificava con Avalon e he è destinato a subire il crepuscolo degli dei, scomparendo nelle nebbie del nord per far spazio alla nuova divinità cristiana rappresentata da san Patrizio e da Giuseppe d’Arimatea. La lotta tra vecchio e nuovo avviene nel cuore di Artù e sarà la causa della sua rovina. Fino a quando Merlino è presente nel mondo reale, Avalon è presente e Merlino è il legame tra antico e recente. Quando si allontana Avalon svanisce e la rovina di Artù segna la fine della cavalleria e del vecchio mondo. Avalon è il mondo di origine e di destinazione di Merlino, l’Agarthi del re del mondo. È l’isola destinata a scomparire quando il segno della spada è sostituito dal segno della croce: il luogo dove viene trasportato il corpo di Artù morente. Tavola rotonda. La forma ci dice che si tratta di un simbolo solare ed è l’icona che rappresenta la continuità del legame tra Artù, l’orsa maggiore e il dragone. È il legame tra Artù e i dodici cavalieri che siedono intorno alla tavola. Anch’esso è un simbolo celtico che ci riporta ai fuochi di Beltane e i riti druidici di Avalon ma anche ai circoli megalitici di Stonehenge. Secondo Gorge Bertin, i miti arturiani sono trasversali poiché ci parlano in modo contemporaneo. Si appoggiano sulle rappresentazioni in cui entrano in dialogo le origini delle culture e dei gruppi sociali. Il mito è il linguaggio significativo della condizione umana ed ha funzione di credenza. Così, queste progettazioni fantastiche della realtà interrogano l’immaginario individuale e sociale e fa sì che le persone comprendano l’attualità del mito nella realtà di tutti i giorni. Il mito è la realizzazione di una sociologia del sacro che prevede alcune definizioni: - lo studio del sacro implica l’esistenza sociale in tutte le sue manifestazioni - stabilire dei punti di corrispondenza tra le tendenze fondamentali dello studio della psicologia individuale e le strutture direttrici che presiedono all’organizzazione sociale. | |
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| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:08 pm | |
| MORGANA: talvolta presentata come antagonista di Artù e nemica di Ginevra. Nella Vita Merlini (Vita di Merlino) del XII secolo, si dice che Morgana ("Morgen") sia la più vecchia di nove sorelle che governano su Avalon. Geoffrey of Monmouth parla di Morgana come di una guaritrice e una mutaforma. Scrittori più tardi come Chretien de Troyes, basandosi sull'interpretazione di Monmouth, hanno descritto Morgana intenta a curare Merlino ad Avalon.
Nella tradizione dei cicli arturiani, Morgana era la figlia della madre di Artù, Lady Igraine, e del suo primo marito, Gorlois, duca di Cornovaglia; Artù (Arthur Pendragon), figlio di Igraine e di Uther Pendragon, era dunque suo fratellastro. Come donna celtica, Morgana ereditò parte della magia della Terra di sua madre. Morgana aveva due sorelle maggiori (e quindi era la più giovane di tre sorelle, non la maggiore di nove). Il terzetto di sorelle è una formula piuttosto comune nella mitologia celtica. In Le Morte d'Arthur e altre fonti, ella è infelicemente sposata con Re Urien di Gore, e Owain mab Urien è suo figlio.
Sempre secondo la tradizione Morgana sarebbe l'allieva, forse l'ultima o una delle ultime, di Viviana. Questa, la Dama del Lago, sarebbe stata la Sacerdotessa Madre di Avalon, nonché colei che avrebbe preso sotto la sua ala la piccola Morgana, per educarla all'antica religione di Avalon al fine di farla succedere a sé come Sacerdotessa Madre. Anche Artù (nome sacro: Arthur Pendragon) come figlio di Uther Pendragon fu educato ed iniziato all'antica religione di Avalon. Il suo compito, infatti, sarebbe stato quello di unire le popolazioni dell'Inghilterra, quelle appunto fedeli all'antica religione di Avalon e quelle fedeli alla nuova fede, la religione Cattolica. Durante l'iniziazione, che come protagonisti aveva una sacerdotessa ed un "re cervo", Morgana si sarebbe unita ad Artù generando un figlio, Mordred, di cui Artù avrebbe ignorato l'esistenza, che più tardi avrebbe preteso il trono, passando per il malvagio Mordred. Originariamente (per esempio in Le Morte d'Arthur) questo ruolo pare fosse ricoperto da una delle sorelle. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:13 pm | |
| Mordred : conosciuto come il traditore che combatté Re Artù nella Battaglia di Camlann, dove egli fu ucciso ed Artù ferito gravemente. La storia di Mordred ha diverse origini nella storia della letteratura inglese e diversi natali.
Ci sono varie storie sul suo collegamento con Artù, ma la più conosciuta ad oggi è che fosse il figlio illegittimo di Artù e la sua sorellastra Morgana.
In precedenza, secondo Geoffrey of Monmouth, Mordred è il nipote di Artù, il figlio di sua sorella Anna e del marito Lot del Lothian. Sempre secondo la sua storia, al tempo della campagna di Artù contro i romani, Mordred spinge la regina Ginevra all'adulterio, usurpa il trono al re e si riappacifica con i Sassoni, da sempre nemici di Artù e da lui sconfitti. Nel racconti di Geoffrey da Montmouth, al ritorno dalla guerra, Artù lo sfida presso il fiume Camel in Cornovaglia e lo uccide. A sua volta ferito mortalmente da Mordred, Artù muore e viene sepolto ad Avalon. Il racconto Ly Myreur des Historires vuole Mordred sopravvisuto allo scontro con Artù, ma catturato da Lancillotto, che uccide Ginevra, colpevole del tradimento sia di Artù che del suo regno. Mordred viene incarcerato dal Cavaliere insieme al cadavere di Ginevra e in prigione morirà di fame dopo aver divorato il corpo di lei.
Il racconto della nascita incestuosa di Mordred apparirà più tardi nel racconto di Sir Thomas Malory. Secondo il suo libro Mort Artu, Mordred è il frutto dell'unione incestuosa ma inconsapevole tra Re Artù e la sua sorellastra Morgause. Si forma così l'idea di Mordred come nemesi di Artù. Anche in questo racconto, infatti, Artù e Mordred si sfideranno a duello e periranno entrambi. Ancora un'altra versione, per la precisione in Morte Arthure, vede Mordred come fratello di Ginevra e anche qui c'è il racconto di un'unione incestuosa fra i due con la conseguente nascita di un figlio illegittimo.
Di diversa natura è la figura di Mordred nella letteratura scozzese. Nei primi racconti della tradizione scozzese è visto come un eroe e non come un traditore. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:15 pm | |
| Morgause o Morgase (anche Anna o Anna-Morgause): è nelle leggende arturiane la sorellastra di re Artù, che giacque con lui generando così Mordred, che avrebbe portato alla rovina Camelot. Era figlia di Gorlois duca di Cornovaglia e lady Igraine. Sposò re Lot, che si schierò contro Artù nelle rivolte seguite alla sua incoronazione.
Era sorella di :
Elaine Fata Morgana Le tradizioni successive dicono che ebbe cinque figli maschi, mentre quelle più antiche parlano di femmine. I suoi figli erano:
Gawain, che divenne uno dei più grandi cavalieri di Artù, sir Gawain Agravaine Gaheris Gareth Mordred, che lei concepì giacendo con Artù I suoi figli giocarono un ruolo chiave nelel vicende di Artù e del suo regno. Lei ha un ruolo ne La morte d'Artù di Thomas Malory, nel Ciclo della vulgata e nella Post-vulgata. Nell'opera di Malory e nella Post-vulgata il marito è ucciso in battaglia da re Pellinore, dando così inizio a una sanguinosa faida tra le due famiglie. Pellinore fu ucciso da Gawain e Gaheris, mentre in seguito Morgause ebbe una relazione con Lamorak, figlio di Pellinore e uno dei più grandi cavalieri della Tavola rotonda. Gaheris diede loro la caccia, uccidendo la madre nel suo letto, lasciando però andare Lamorak. Pensando che quest'ultimo avesse assassinato la madre, i figli della donna (tranne Gareth) gli diedero la caccia e lo uccisero. Alla fine, però, scoprirono che il vero assassino era Gaheris, che fu bandito dalla corte (sebbene compare anche in seguito nei racconti).
Nelle moderne variazioni la figura di Morgause è combinata con quella della Fata Morgana, che diventa la madre di Mordred, giacendo con Artù. | |
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| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:19 pm | |
| I cavalieri della Tavola rotonda erano i cavalieri di rango più elevato della corte di re Artù che sono menzionati dalle leggende arturiane. Il numero di questi cavalieri varia molto a seconda dei racconti, da 12 a oltre 150. La Tavola rotonda di Winchester, databile agli anni settanta del XIII secolo, elenca i nomi di 25 cavalieri.
Sir Thomas Malory nella Morte di Artù descrive in questo modo il loro codice comportamentale:
Mai oltraggiare o compiere omicidio Evitare l'inganno Evitare la crudeltà e concedere mercé a chi la chiede Soccorrere sempre le dame e le vedove Non abusare mai di dame e vedove Mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:20 pm | |
| Lancillotto del Lago (o semplicemente Lancillotto o Lance(l)lotto) è uno dei cavalieri della Tavola Rotonda. Nella maggior parte delle romanze francesi (e nelle opere da esse derivate) Lancillotto viene presentato come il più valoroso e fidato dei cavalieri al servizio di Re Artù. L'illecito e tragico amore tra Lancillotto e Ginevra (regina e moglie di Artù), che rompe l'equilibrio di Camelot (diventando una delle cause della sua caduta), fu uno dei simboli dell'amor cortese medioevale. È celebre, per esempio, la citazione dantesca di "Lancelotto e Ginevra" nel canto di Paolo e Francesca della Divina Commedia.
Benché Lancillotto sia uno dei personaggi più celebri del ciclo arturiano, e uno dei meglio noti al pubblico moderno, egli non appare nella leggenda originale. Vi è tuttora un certo dibattito riguardo a chi sia l'autore che ha inventato il personaggio di Lancillotto; certamente, fu Chrétien de Troyes il primo a farne il protagonista di romanzo, il celebre Lancillotto o il cavaliere della carretta.
Nei romanzi di Mary Stewart, Lancilloto non compare, ma il suo ruolo stereotipico (campione di corte e amante della regina) viene ricoperto da un altro personaggio, Bedwyr, che l'autrice considera figura originale. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:22 pm | |
| Lancillotto era figlio di Re Ban di Benoic e della regina Elena. Il padre morì improvvisamente combattendo una rivolta causata dalla sua crudeltà (Lanzelet) o mentre fuggiva con la moglie per difendersi dall'aggressione del suo nemico Claudas (altre fonti); Lancillotto, ancora bambino, fu rapito dalla misteriosa Dama del Lago, che lo condusse nel suo regno. Nella romanza tedesca, questo luogo è rappresentato come un'isola abitata da sole donne, dove regna una primavera eterna; nella versione francese, il lago stesso è solo un miraggio che nasconde un vero e proprio regno con tanto di cavalieri (e dove si trovano anche i cugini di Lancillotto Lionel e Bors, figli del fratello minore di Ban). All'età di 15 (o 18) anni, Lancillotto chiede e ottiene di abbandonare il regno del lago per recarsi alla corte di Re Artù per essere nominato cavaliere.
Da qui in avanti le avventure di Lancillotto differiscono nelle diverse fonti. In ogni caso, viene a sapere della sua origine regale e recupera il proprio posto nella società; nel Lancillotto in prosa, tuttavia, egli deve prima sconfiggere Claudas, il vecchio nemico di suo padre, in una guerra fra questi e i Cavalieri della Tavola Rotonda.
Dopo aver riconquistato il suo rango, il Lancillotto del Lanzelet regna su una terra ereditata dalla moglie Iblis (il regno di Ban è governato da uno zio) e la storia si conclude come da tradizioni fiabesche.
Le versioni in prosa riprendono invece il tema dell'amore illecito fra Lancillotto e Ginevra, in parte riproponendo fedelmente i fatti del racconto di de Troyes. Lancillotto rimane alla corte di Artù come cavaliere; fra le sue molte imprese, ha occasione di salvare Ginevra prigioniera nel castello di Meleagant. Mentre la passione fra lui e Ginevra si sviluppa, Lancillotto viene sedotto dalla figlia del Re Pescatore (che alcune fonti chiamano Elena) e con lei concepisce Galahad, destinato a vincere il Graal. La gelosia di Ginevra lo rende folle e lo convince a fuggire in esilio. Durante la lontananza dalla corte prende parte, invano, alla ricerca del Graal; riesce però a intravederlo, e perde conoscenza, rimanendo in questo stato per un numero di anni pari a quelli passati nel peccato. Alla fine, la sua relazione con Ginevra viene rivelata ad Artù dai figli. Sorpreso insieme alla regina, Lancillotto fugge, e la regina stessa viene condannata al rogo. Per impedire la morte dell'amata, Lancillotto assalta la corte con i suoi soldati, in una battaglia in cui muoiono molti cavalieri di Artù. Gli scontri fra Artù e Lancillotto, che minano in modo fatale l'equilibrio del regno, vengono interrotti dall'invasione romana prima e poi dal tradimento di Mordred; Lancillotto, che non vi prende parte, sopravvive ad Artù, Ginevra, e alla distruzione della Tavola Rotonda. Diventa eremita e trascorre la sua vecchiaia in odore di santità. | |
| | | TESEO Admin
Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:25 pm | |
| Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley forniscono una rappresentazione altrettanto insolita di Lancillotto, infatti il cavaliere può sembrare bisessuale anche se lo nega in un dialogo con Morgana. In questo libro Lancillotto non viene rapito da Viviana ma è suo figlio, concepito durante il rito di Beltane. Nell'opera di Bernard Cornwell, Lancillotto viene rappresentato come un codardo e un traditore. Cornwell spiega la fama di Lancillotto come un risultato della corruzione di poeti e menestrelli da parte dello stesso Lancillotto. Nel Ciclo di Pendragon di Stephen R. Lawhead, "Llwch Llenlleawg" o "Llencelyn" (Lancilloto) è il campione e la guardia del corpo di Ginevra (ed entrambi sono, curiosamente, irlandesi); muore combattendo contro i Pitti. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:28 pm | |
| I CAVALIERI DELLA TAVOLA ROTONDA E IL GRAAL:
Il Graal appare per la prima volta sotto forma letteraria nel Perceval ou le conte du Graal di Chrétien de Troyes (XII secolo). In questo racconto il Graal non viene mai definito "santo" e non ha niente a che vedere col Calice che avrebbe contenuto il sangue di Cristo. Non si sa neppure di preciso che forma abbia perché Chrétien, descrivendo il banchetto nel castello del Re Pescatore, dice semplicemente che «un graal antre ses deus mains / une dameisele tenoit» (un graal tra le sue due mani / una damigella teneva) e descrive le pietre preziose incastonate nell'oggetto d'oro. Il Graal viene citato di nuovo in una delle scene finali, quella in cui un eremita rivela a Perceval che il Graal porta al padre del Re Pescatore un'ostia, nutrimento spirituale (secondo alcuni però questa scena potrebbe essere una aggiunta spuria [1]).
Una successiva interpretazione del Graal è quella che si trova nel Parzival di Wolfram von Eschenbach, secondo il quale il Graal sarebbe una pietra magica (lapis exillis) che produce ogni cosa che si possa desiderare sulla tavola in virtù della sua sola presenza.
Fu Robert de Boron, nel suo Joseph d'Arimathie composto tra il 1170 ed il 1212, ad aggiungere il dettaglio che il Graal sarebbe la coppa usata nell’Ultima Cena, nella quale Giuseppe di Arimatea avrebbe poi raccolto le gocce di sangue del Cristo sulla croce. Giuseppe avrebbe poi portato la coppa nelle Isole britanniche e lì fondato la prima chiesa cristiana. La cristianizzazione della leggenda del Graal è proseguita dalla Queste del Saint-Graal, romanzo anonimo scritto verso il 1220, probabilmente da un monaco, che fa del Graal la Grazia divina.
Vari cavalieri intrapresero la ricerca del Graal in racconti annessi al ciclo arturiano. Alcuni di questi racconti presentano cavalieri che ebbero successo, come Percival o Galahad; altri raccontano di cavalieri che fallirono nell’impresa per la loro impurità, come Lancillotto. Nell’opera di Wolfram, il Graal fu messo in salvo nel castello di Munsalvaesche (mons salvationis) o Montsalvat, affidato a Titurel, il primo re del Graal. Alcuni hanno identificato il castello con il Monastero di Montserrat in Catalogna.
La leggenda del Graal è riportata anche in racconti popolari gallesi, dei quali il Mabinogion è il più vecchio dei manoscritti sopravvissuti (XIII secolo). Esiste anche un poema inglese Sir Percyvelle del XV secolo. In seguito le leggende di re Artù e del Graal furono collegate nel XV secolo da Thomas Malory nel Le Morte d'Arthur (anche chiamato Le Morte Darthur) che diede al corpus della leggenda la sua forma classica. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:38 pm | |
| IL MITO E LA LEGGENDA DI RE ARTU':
Il nome Arthu in lingua celtica continentale significa orso, simbolo di forza, stabilità e protezione, caratteri anche questi ben presenti in tutta la leggenda[3]. Nella civiltà celtica gli uomini avevano come nome proprio quello di un animale che sceglievano per sottolineare un tratto fisico o caratteriale, e l'orso è l'animale simbolo per eccellenza della regalità. Anche sulla base del suo nome, una scuola di pensiero ritiene che la figura di Artù non abbia nessuna consistenza storica e che si tratterebbe di una semi-dimenticata divinità celtica poi trasformata dalla tradizione orale in un personaggio realmente esistito, come sarebbe accaduto per Lir, dio del mare, divenuto poi re Lear[4]. In gallese la parola arth significa "orso" e tra i celti continentali (anche se non in Britannia) esistevano molte divinità-orso chiamate Artos o Artio. È probabile che queste divinità sarebbero state portate dai celti in Britannia. Va anche notato che la parola gallese arth, quella latina arctus e quella greca arctos significano "orso". Inoltre, Artù è chiamato l'"Orso di Britannia" da alcuni scrittori. "Arktouros" ("Arcturus" per i Romani), ovvero "guardiano dell'orsa", e "Arturo" in italiano) era il nome che i Greci davano alla stella in cui era stato trasformato Arkas, o Arcade, re dell'Arcadia e figlio di Callisto, che invece era stata trasformata nella costellazione dell'Orsa Maggiore ("Arctus" per i Romani). Altre grafie esistenti del suo nome sono Arzur, Arthus o Artus. L'epiteto di "Pendragon" gli viene invece dal padre, Uther Pendragon. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:41 pm | |
| CHI ERA IL VERO ARTU'?
La storicità di Re Artù è stata a lungo dibattuta dagli studiosi, ma negli anni si è raggiunto un consenso nel ritenere sostanzialmente leggendaria la figura del sovrano. Una scuola di pensiero avanzerebbe l'ipotesi che fosse vissuto nel tardo V secolo o agli inizi del VI secolo, che fosse stato un romano-britannico e che avesse combattuto il paganesimo sassone. I suoi ipotetici quartieri generali si sarebbero trovati in Galles, Cornovaglia, o ad ovest di ciò che sarebbe diventata l'Inghilterra. Ad ogni modo, le controversie sul centro del suo potere e sul tipo stesso di potere che esercitava continuano tutt'oggi.
C’è chi sostiene che la figura di Artù possa coincidere con quella di un certo Riotamo, 're dei Brettoni", attivo durante il regno dell'imperatore romano Antemio. Sfortunatamente, Riotamo è una figura minore di cui sappiamo ancora poco e nemmeno gli studiosi sono in grado di capire se i "bretoni" che comandava erano i britannici o gli abitanti dell'Armorica. Altri studi portano ad identificarlo con Ambrosio Aureliano, un signore della guerra romano-britannico che vinse alcune importanti battaglie contro gli anglosassoni, tra cui la battaglia del Monte Badon.
Altri suggeriscono di identificarlo con Lucio Artorio Casto, un dux romano del II secolo, i cui successi militari in Britannia sarebbero stati tramandati nei secoli successivi. Ufficiale (col rango di praefectus) della VI legione in Britannia, che potrebbe aver guidato un'unità di cavalieri sarmati (provenienti dall’Ucraina meridionale), stanziati a Ribchester, che conducevano campagne militari a nord del vallo di Adriano. Le imprese militari di Casto in Britannia e Armorica (odierna Bretagna) potrebbero essere state ricordate per i secoli successivi e aver contribuito a formare il nucleo della tradizione arturiana, così come le tradizioni portate dagli alano-sarmati. C'è anche chi parla dell'usurpatore romano Magno Massimo.
Un'altra teoria è quella secondo cui il nome di Artù sarebbe in realtà un titolo portato da Owain Ddantgwyn, che sembrerebbe essere stato un re di Rhôs. C'è poi l'ipotesi che egli sarebbe in realtà un re dell'età del bronzo, circa 2300 a.C.: estrarre una spada da una roccia sarebbe infatti una metafora della costruzione di una spada e della sua forgiatura su un'incudine.
Altre supposizioni si basano sul fatto che Artù fosse Artuir mac Áedán, figlio di re Áedán mac Gabráin della Dalriada, un signore della guerra scozzese che guidò gli scoti di Dalriada contro i pitti. Secondo questa teoria, Artù avrebbe quindi svolto le sue azioni di guerra soprattutto nella regione tra il Vallo di Adriano e quello di Antonino (area del Gododdin). Per alcuni Artù potrebbe addirittura essere stato lo stesso Áedán mac Gabráin. E c'è chi pensa[2] che Artù avrebbe comandato una coalizione di celti cristiani contro gli invasori pagani, riuscendo a tenerli lontani per un centinaio d'anni circa.
Ad ogni modo, si hanno svariati omonimi, o persone con nomi simili, nella sua generazione e si può pensare che siano poi stati riuniti dalle credenze popolari e tramandati come se fossero un'unica entità. Ed ecco così spuntare Arthnou, un principe di Tintagel (in Cornovaglia), che visse nel VI secolo, oppure Athrwys ap Meurig, re del Morgannwg (odierno Glamorgan) e del Gwent (due aree del Galles). Artù potrebbe quindi essere un semplice collage di tutte queste figure mitologiche o storiche? Voi cosa ne pensate?
Ultima modifica di TESEO il Mar Set 23, 2008 1:47 pm - modificato 1 volta. | |
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Numero di messaggi : 577 Data d'iscrizione : 10.08.07
| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Mar Set 23, 2008 1:45 pm | |
| Questa possiamo definirla un'introduzione. C'è molto da scrivere... PER QUESTE RICERCHE MI SONO AVVALSO DI UNA GRANDE FONTE COME WIKIPEDIA. Tutti siete invitati a partecipare a questo tread per approfondire l'argomento. | |
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| Titolo: Re: RE ARTU':MITO,LEGGENDA,STORIA E VERITA' Sab Set 27, 2008 12:12 am | |
| Nella leggenda di re Artù, Galvano era il cavaliere perfetto, lo strenuo sostenitore della cavalleria. In vari racconti si dice che la sua forza, esattamente come la forza del Sole durante il giorno, aumentasse fino a mezzogiorno e cominciasse a calare subito dopo. | |
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