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 RASSEGNAZIONE O ACCETTAZIONE

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MessaggioTitolo: RASSEGNAZIONE O ACCETTAZIONE   RASSEGNAZIONE O ACCETTAZIONE Icon_minitimeMer Set 26, 2007 1:26 pm

PER GENTILE CONCESSIONE DELL'AMICO MARIO CACCHINATO:

La vita è lotta; se non ti è chiaro questo, vuol dire che rinunci alla vita. Prova a pensare anche solo per un istante a quel unico spermatozoo per una popolazione che viaggia attorno a 60-80 milioni di unità. Uno e uno soltanto dopo un interminabile e durissimo percorso di selezione potrà giungere al traguardo ed essere fagocitato per compiere il suo destino a quel che chiami vita. Quale più grande e significativo esempio è questo! La natura ti vuole competitivo; la vita ti vuole vincitore. Punto e basta. L'uomo poi, a differenza di tutto ciò che gli gira attorno, ha per sua natura il compito più arduo, dove non basta più la lotta per la sopravvivenza, ma lo sviluppo de la coscienza: "per questo sei uomo", altrimenti saresti solo una cosa che vive e basta. Non sei nato solo per riempire i libri di storia. Lotti per venire al mondo, impari a lottare per vivere; muori ne le tre condizioni che ti è consentito: per incidente, per malattia, per fisiologia (il suicidio è una controregola, ma di questo ne parleremo a parte o, meglio, in un prossimo articolo). Una ragazza che era venuta in studio da me all'inizio di carriera (aveva già tentato per due volte il suicidio, oggi madre felice) mi disse un giorno: "Io non vorrei mai essere nata, non ho la forza di lottare, non ho la voglia di vivere, non ho il piacere di esistere". Quando la si guarda con gli occhi dell'io, la vita a volte può essere vista in modo piuttosto banale; vuota, ripetitiva e magari terribilmente noiosa. Se non si accede al SE', la dimensione superiore, l'io non può comprendere che la vita è volontà di Dio; 'DIO che si frantuma per ritornare a SE'. Puoi forse avere la pretesa di opporti a questa volontà, a la volontà di Dio? Il tuo io è una recitazione de la vita, importantissima, determinante; ma non ha la visione de la totalità de le cose. Non sei a questo mondo per soddisfare l'EGO, ma per interpretare la volontà di un disegno più grande. Come lo spermatozoo vincitore che si lascia fagocitare dall'ovulo per dare luogo alla vita, così tu uomo devi imparare a lasciarti fagocitare da la vita, se vuoi che sia degna di essere vissuta. Se comprendi questo imparerai ad accettarla e non a sfuggirle, comprese le sorti del bene e del male, che la vita stessa ti richiede per il suo scopo più alto e dal suo superiore disegno. La vita è un ingranaggio estremamente complesso, e non tutti sembriamo avere la caratteristica del vincitore; in realtà molto dipende da come ti predisponi verso le cose de la vita. Se sei povero, ti lamenterai di essere povero; se sei ricco o sei dominato da la arroganza del tuo potere, o sei dominato da la noia; se sei piccolo o se sei grosso, se sei questo o sei quello, tutte le scuse sono buone per piagnucolare. In realtà è che se hai un preciso obiettivo, tutto si appiana o, meglio, finchè lo farai vivere, tutto ti sembrerà andare per il meglio; quando sei nel vuoto tutto ti sembrerà caderti addosso. Se non accetti quello che la vita ti propone, ti soffocherai da solo. Se appartieni a quelli che dicono no ne la vita, ti impedirai di viverla. Da quel che chiedi, a come lo farai; questo è quello che potrai tentare di ottenere. Nel 1965 ero militare presso l'82° Reggimento Fanteria Torino a Opicina (Ts) con l'incarico di aiutante di Sanità. La cosa l'avevo presa per il meglio. Un giorno mi lavai tutti i calzettoni che avevo e forse con eccessiva ingenuità, dopo averli lavati, con una cordicella di fortuna li avevo stesi al sole ad asciugare. Due ore dopo erano spariti nel nulla. Andai dal Capitano a reclamare, e lui mi disse: "Sei italiano tu? Arrangiati e non rompere i coglioni". Lo presi alla lettera perché il giorno dopo i compagni di camerata non avevano più un paio di calzettoni. Avevo preso la cosa in modo molto goliardico, forse rischiando pure una bella impacchettata. In realtà poi restituii a tutti l'opera de la mia bravata, e chissà perché saltarono pure fuori i miei calzettoni. Il messaggio era comunque giunto e nel modo migliore. Da come ti predisponi è quello che avrai la possibilità di ricevere o di non ricevere. Nel 1975 a Parigi, mi sono trovato ne lo stesso albergo con ARNOLD SCHWARZENEGGER; era di passaggio per andare in Sud Africa a Pretoria per il MISTER OLYMPIA, dove poi vinse ancora una volta questo ambito e prestigioso titolo. E' stata un'esperienza straordinaria; un uomo veramente eccezionale, non tanto per i suoi 187 cm. di altezza per 115 Kg. di solidi muscoli, quanto per il magnetismo e il carisma de la sua personalità che sapeva far sprigionare da ogni parte e in ogni dove. Il suo sguardo, il suo atteggiamento, ogni suo piccolo movimento esprimeva un unico significato: 'VINCERE'. L'archetipo del guerriero aveva trovato in lui la sua perfetta collocazione. Su lo stesso tavolo a fare la prima colazione c'era il suo più diretto avversario, LOU FERRIGNO (diventato poi famoso in tutto il mondo per aver interpretato la fortunata serie di film come l'uomo verde ovvero 'L'Incredibile Hulk'). Non è che fisicamente fosse meno di Arnold, anzi era ancora più alto e più grosso: 197 cm di altezza x 125 di muscoli; ma seduto a fianco di Arnold Schwarzenegger sembrava solo un bambinone spaventosamente cresciuto (nel 1977 il regista George BUTLER realizzò il film 'PUMPING IRON'). Ma non pensare ad Arnold per essere un vincitore, devi solo porti la domanda di cosa tu vuoi da la vita. La domanda te la devi porre con estrema semplicità e onestà; batterti per questa, indirizzare le tue energie e il tuo pensiero in quella precisa direzione; vedrai che alla fine se sei un rassegnato passerai ad essere anche tu un vincitore.

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